Amo dunque sono

 

AMO DUNQUE SONO di Sibilla Aleramo
Edito: Feltrinelli - Pagine: 128

Consigliato a chi è innamorato e non ha ancora trovato le parole giuste per esprimere i propri sentimenti; a chi desidera sapere, invece, come si capisce quando si è innamorati; a chi ha smesso di credere nell'amore ma spera, con tutto se stesso, che arrivi qualcuno a fargli cambiare idea

Ti ricordi i miei occhi? Ti ricordi le mie mani? T'han detto, i miei occhi e le mie mani, ciò che tu sei per me?

Avevate mai sentito parlare di Sibilla Aleramo?
Ecco, io no. Non prima di settembre, quando la mia amica Giulia mi regala "Amo dunque sono" dicendomi: "Mentre leggevo, pensavo a te, e con te vorrei condividerlo".

Come gran parte delle scrittrici, anche Sibilla fa parte di coloro che a scuola vengono oltrepassate perché "non c'è tempo per far tutto il programma", o  che addirittura non vengono nemmeno prese in considerazione.
Ma ad oggi sono veramente felice di questo regalo di compleanno totalmente inaspettato e adorato.

Amo dunque sono è un romanzo epistolare nel quale sono racchiuse 43 lettere indirizzate a Luciano, di cui si sa solo attraverso queste righe appassionate. In esse, Sibilla racconta le proprie giornate, focalizzandosi su i suoi sentimenti: l'amore, in primis, ma anche l'angoscia e la malinconia, il dolore nell'essere costretta a star lontana da chi ama. Luciano, infatti, è in ritiro spirituale, e i due staranno lontani per un mese e mezzo.

Piccolo periodo di tempo, ma IMMENSO per gli innamorati - e lo sappiamo bene anche noi, dopo un anno di quarantena e limitazioni.
Sibilla decide quindi di scrivere una lettera al giorno. 
La sua scrittura è vera, schietta, sincera. Scrivere è un modo per capire cosa proviamo, per capire chi siamo. Ed è proprio attraverso le lettere che analizza i suoi sentimenti e, soprattutto, si rende conto di come l'amore ci caratterizza, di come senza di esso boccheggiamo.
AMO, DUNQUE SONO.

Posso comprendermi, conoscermi e riconoscermi solo attraverso l'amore. È l'amore che ci tiene in vita, che ci fa proprio sentire che siamo vivi - nella gioia e nel dolore, quest'ultimo quasi più compreso. Si soffre per amore, e così si comprende la sua grandezza e il suo effetto su di noi. 

Ciò che più mi ha colpita, è stata la capacità della scrittrice di raccontare il quotidiano in un modo talmente "lirico" da risultare disarmante. Inoltre, affronta temi importanti su cui essa stessa riflette di giorno in giorno, compresi tabù quali le mestruazioni e la masturbazione femminile. E sapete qual è la cosa meravigliosa? Lo fa in un modo talmente tranquillo, proprio come se non fossero dei tabù vigenti ancora oggi, che riesce a scombussolare anche i lettori che, come me, non si fanno alcun tipo di problema a parlare di questi argomenti.

Il nastro della camicia è sceso dalla spalla, una mammella è scoperta. Quale la vedo, sotto ai miei occhi, mezza sfera bianchissima e il capezzolo al centro piccolo ed erto, mi commuove quasi come se non fosse mia; bella come d'una statua; ma la mano carezzandola la sente turgida, e più liscia d'una corolla di rosa. È il seno che tu mi hai baciato, una volta. Una frenesia mi tenta, di stringere sino a farla sanguinare questa forma candida e dolce, poiché tu non sei qui e non ne godi. Cos'è per te il tuo corpo, quando lo guardi?

Insomma, se dovessi scegliere solo un termine per descrivere Amo dunque sono, sceglierei "profondità": la profondità dei suoi sentimenti ti colpisce come una palla da bowling quando fa strike, e la profondità della quotidianità che diventa materia di poesia. 

 

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