#gdlgrandtour Aprile 2021 - Irlanda

L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO di Oscar Wilde
Edito: Rizzoli - Pagine: 193 (con testo a fronte)


Consigliato a chi ha bisogno di passare qualche ora di leggerezza 

In questa commedia di Wilde, descritta da egli stesso come "Commedia frivola per gente seria", la superficialità fa da padrona. L'intento dello scrittore era infatti quello di far notare l'ipocrisia della società vittoriana del suo tempo (XIX secolo), attraverso una provocazione velata che si manifesta tramite la scrittura e la struttura dell'opera.

I personaggi in scena sono pochi e, anche se appartenenti a due famiglie, non si conoscono davvero. Qua quindi c'è un primo segnale d'allarme: qualcosa non torna.
- John Worthing, che preferisce farsi chiamare "Ernest", nome attorno al quale gira la menzogna più grande del libro. Ernest, in inglese, rimanda anche alla parola "earnest" che significa 'onesto'. Questo è esattamente il cardine di tutto: personaggi che si mostrano onesti anche se in realtà non lo sono
- Cecily Cardew, figlioccia di John
- Algernon Moncrieff, che si innamorerà di Cecily senza nemmeno averla mai vista e si presenterà a lei con il nome del fratello malato di John - peraltro inesistente. Anche qui si nota l'ipocrisia che circonda le relazioni 
- Gwendolen Fairfax, cugina di Algernon innamorata di Ernest a prescindere per il nome (ma lui in realtà si chiama John!)
G: Il mio ideale è sempre stato quello di amare una persona che si chiamasse Ernest. C'è qualcosa in questo nome che ispira una assoluta fiducia. Nel preciso istante in cui Algernon mi ha accennato di avere un amico di nome Ernest, io ho saputo che ero destinata ad amarlo.
- Lady Bracknell, madre di Gwendolen: superficialità fatta a persona.
LB: Un momento, signor Worthing. Centotrentamila sterline! In buoni del tesoro! La signora Cardew mi sembra veramente deliziosa ora che la guardo. Non sono molte le ragazze al giorno d'oggi che possono vantare solide qualità, di quelle qualità durature, che migliorano per giunta col tempo. Viviamo, mi spiace doverlo dire, in un'epoca superficiale.
Sebbene io abbia fatto fatica a spiegare in qualche modo i sotterfugi che si celano fra i personaggi, quest'ultima frase fa capire tutto al meglio. Lady Bracknell, esponente dell'alta società, non voleva far sposare la figlia con Jack perché orfano, e non voleva far sposare nemmeno il nipote Algernon con Cecily, figlioccia di Jack, proprio per lo stesso motivo. Ma alla fine, si scopre che Jack eredita una fortuna e, guarda caso, tutto cambia... mi spiace però dover dire, che viviamo proprio in un'epoca superficiale...!

Posso rivelare che non ero per nulla tentata di leggere questo libro, inizialmente; invece è risultato tutt'altro! La lettura scorre velocemente perché sempre accompagnata da risate, sincere o quasi isteriche -  per alcune battute di dialogo stupefacenti che fanno appunto ridere e riflettere al tempo stesso.
J: Gwendolen, è terribile per un uomo scoprire che per tutta la vita non ha detto altro che la verità. Potrai mai perdonarmi?

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