Febbraio 2020 - Cina

Capodanno cinese

Il Capodanno Cinese - ma meglio, il Capodanno lunare o Festa di primavera - si celebra in concomitanza con la seconda luna nuova dopo il solstizio d'inverno e per questo motivo la data muta di anno in anno in un range che va dal 21 gennaio al 19 febbraio, secondo il calendario gregoriano.
Ad ogni capodanno, corrisponde un segno animale secondo i dettami dell'astrologia cinese: quest'anno il Capodanno lunare è caduto il 25 gennaio 2020 e ha dato inizio all'anno del Topo. Si crede che i nati sotto questo segno, siano dotati di fascino e abbiano la capacità di attrarre.
All'anno del Topo si abbina, secondo un altro ciclo astrologico cinese, il concetto di yang, "il lato soleggiato della collina", che corrisponde al giorno e alle funzioni più attive.

L'origine della Festa di primavera si lega a una leggenda. Si narra che nell'antichità, vivesse in Cina un mostro, Nian, che era solito uscire ogni dodici mesi per mangiare gli esseri umani. Cercando una soluzione, si arrivò a capire che il mostro si spaventava alla vista del colore rosso e ai rumori troppo forti. E così, ancora oggi, si festeggia l'anno nuovo con canti e strepitosi fuochi d'artificio, ed è usanza decorare la città e indossare vestiti di colore rosso.

La festa inizia alla sera della Vigilia con un banchetto in famiglia e ha una durata di 15 giorni ma, prima di tutto, è tradizione - i giorni precedenti - pulire bene la casa per "spazzare via la sfortuna".
Il primo giorno è poi dedicato all'accoglienza delle divinità benigne di Cielo e Terra, seguita da visite a parenti ed amici. Tipica di questa giornata è la danza del leone, una sfilata per le strade cittadine con un leone.
Durante il secondo giorno, le donne sposate fanno visita ai genitori, evento insolito perché dopo il matrimonio l'incontro avviene solo di rado.
Il terzo e il quarto giorno sono dedicati alle preghiere per i defunti e si rimane in casa.
Il quinto giorno coincide con la data di nascita del Dio cinese del denaro, perciò si è soliti riaprire gli esercizi commerciali sulla scia di questo buon auspicio. Il giorno è inoltre dedicato alla consumazione dei Jiaozi, specie di ravioli ripieni di carne e/o verdura.
Durante il settimo giorno si festeggia il renri, ovvero il "giorno della creazione dell'uomo", considerato come un compleanno comune. Si è soliti mangiare lo yusheng, un'insalata di pesce crudo.
Il nono giorno è dedicato al culto dell'imperatore di Giada, considerato il sovrano del paradiso cinese.
L'ultimo giorno di festeggiamenti, il quindicesimo, si chiude con la Festa delle lanterne, durante il quale le persone fanno una passeggiata notturna illuminando le vie con lanterne colorate per guidare gli spiriti benigni verso le abitazioni. A volte, su queste lanterne di carta, si ritrovano degli enigmi che, se risolti, fanno vincere dei regali. Tradizione culinaria del giorno è la zuppa di yuànxiao, gnocchi di riso ripieni cotti nell'acqua, la cui forma arrotondata simboleggia la pienezza, la famiglia riunita e la soddisfazione dei bisogni.

Il libro che mi ha accompagnato in questa terra asiatica è Sorgo Rosso di Mo Yan.
SORGO ROSSO di Mon Yan - Edito: Einaudi - Pagine: 476
La luna luminosa sorse lentamente sul sorgo tacito e solenne; le spighe si bagnavano nella sua luce e splendevano come immerse nel mercurio.

Trama: "Sorgo rosso è un affresco fiammeggiante degli ultimi decenni di storia cinese, dagli anni '30 agli anni '70, raccontati da un giovane della provincia che ripercorre i drammi gli amori i lutti della propria famiglia: una storia di lotte fratricide e guerre, carestie, rapine e scorrerie, di amori e di passioni, di riti magici e pratiche stregonesche, di barbarie e di morti, di imprese infime e di gesta eroiche. Dall'epoca d'oro del banditismo negli anni '20, alla sanguinaria invasione giapponese del decennio successivo, fino agli anni che precedono la Rivoluzione culturale, il romanzo attraversa come un fiume sotterraneo il cuore della Cina e ce la racconta nella sua verità profonda e primitiva, nel suo essere un Paese arcaico e feroce eppure governato da leggi antichissime, sagge e disumane al tempo stesso. Ed è una storia che dà voce e volto, per la prima volta a quel brulichio di «anime sperdute» che abitano le immense campagne cinesi, tra le sconfinate distese di sorgo «che in autunno scintillano come un mare di sangue», raccontate da Mo Yan con un realismo e un senso vivissimo dell'epica quotidiana che fanno piazza pulita di decenni di ingenua iconografia."

Purtroppo vi devo confessare che mi sono presto resa conto che il libro non è un genere che mi attrae, perché al centro della narrazione (che si basa molto sui flashback, elemento che rende un po' fastidiosa la lettura) dei primi capitoli, ci sono scene brutali avvenute durante l'invasione giapponese. Esse si ripetono in successione, sempre con molta violenza.
L'attenzione punta anche sul protagonista naturale che dà il nome al libro: il sorgo.
Si tratta di una pianta erbacea che fa parte della famiglia delle graminacee, coltivata in grandissimi prati in Cina, America centrale e Africa. 
Nel libro di Mo Yan, dal sorgo si ricava anche un vino che ha reso ricca la famiglia protagonista. Sebbene il colore rosso del sorgo venga paragonato a quello del sangue, la sua descrizione è suggestiva e spesso esso subisce una personificazione: "Ovunque il sorgo piangeva addolorato".


Altri due elementi a cui l'autore fa riferimento e che mi hanno fatta sognare sono:
1) la Festa di metà autunno che si celebra il quindicesimo giorno dell'ottavo mese lunare, durante la quale si va all'aperto ad ammirare la luna mangiando dolci anch'essi a forma di luna.
2) il fiore di pesco che viene associato alla sensualità.

Commenti

Post popolari in questo blog

#gdlgrandtour Maggio 2021 - Il conte di Montecristo

La trilogia dei colori

Il priorato dell'albero delle arance