Lux

LUX di Eleonora Marangoni; Edito: Neri Pozza; Pagine: 249

Consigliato a chi ama sognare a occhi aperti e a chi ha bisogno di sapere che un nuovo inizio è sempre possibile.


Descrizione: Romanzo ambientato fra Londra e il sud Italia, incentrato sull’Hotel Zelda come luogo d’incontro di personaggi con spiccate personalità e sulla trasformazione del protagonista e dell’hotel stesso.

Trama: Thomas Edwards è un giovane italoinglese che vive a Londra ma viaggia spesso per lavoro. Un viaggio, verso il sud Italia, è proprio quello che sta alla base di questo romanzo. Infatti, lo zio Valentino, di cui sapeva poco e niente, morendo gli lascia in eredità un albergo con annessa una sorgente d’acqua minerale in un’isoletta difficile da raggiungere. Insieme alla compagna attuale, Ottie Davis, e il figlio di lei, Martin, parte per scoprire il lascito dell’eredità. Ciò che trova è un albergo malandato e circondato dalla natura; un luogo in cui si ritrovano diversi personaggi con spiccate personalità, con cui Thomas condividerà avventure e notti insonni.
La storia ha come sottofondo la struggente mancanza che Thomas prova per Sophie, un’amore ormai perso ma mai dimenticato che lo condiziona ancora a distanza di anni: dalla raccolta di oggetti e souvenir senza una significativa importanza, alla decisione inconscia di non volersi più affezionare ad un’altra donna.
L'assenza di Sophie era il contrario di un vuoto: era qualcosa di tangibile.
Thomas lascia passare i giorni senza viverli realmente finché, all’arrivo sull’isola del probabile futuro proprietario dell’albergo, capisce che avrebbe potuto far qualcosa per cambiare la sua vita...

La narrazione si divide in tre parti:
-    Cose che succedono”, nella quale vi è la presentazione dei protagonisti, della famiglia di Thomas e dell’eredità che egli ha ricevuto. La prima parte si conclude con l’arrivo sull’Isola Grande da cui i personaggi partono per raggiungere l’isoletta;
-    “Hotel Zelda”, con l’arrivo all’hotel, la permanenza e la partenza.
-  “Nessuno è stato dove andiamo noi”, in cui vi è la decisione di Thomas di trasformare l’albergo.

A parer mio, la vicenda ha un ritmo abbastanza lento: mancano i colpi di scena e la maggior parte del testo è formata da lunghe descrizioni. Ritrovandole come punto saliente dell’intero libro, hanno fatto sì che io non sia stata coinvolta più di tanto. Ma esse, all'opposto, hanno anche il pregio di far scoprire al lettore la personalità dei personaggi in modo implicito, attraverso descrizioni che mirano a dar risalto a caratteristiche soggettive.
Adesso era lei a sentirlo distante. Eppure di lui sapeva già moltissime cose. Conosceva quel suo modo di fare domande piccolissime su questioni enormi, l’abitudine di bere caffè in un sorso guardando dritto davanti a sé, come se fosse una pozione o una domanda a bruciapelo. Aveva notato che la sua ironia, spesso, non fosse che timidezza travestita; capito che in fondo era inglese a parole e italiano nei fatti, e che non aveva fatto pace con nessuno dei due paesi da cui veniva. [...]
È proprio grazie alle descrizioni che i personaggi risultano ben definiti nella mente, perché attraverso i loro comportamenti, i gesti e i modi di fare, attraverso particolari che appaiono insignificanti, si mostrano in modo realistico. Lo stesso discorso si può fare per le ambientazioni: non è stato menzionato il luogo in cui si situa l’hotel, ma l’abbondanza di particolari ne crea l’immagine nella nostra testa. Sono descrizioni che evocano un'atmosfera particolare capace di far sognare il lettore.

Il romanzo è ricco di frasi su cui riflettere, caratteristica che apprezzo sempre. Ad esempio: 
Guardatevi intorno, adesso, in casa vostra se siete a casa o nella borsa se siete fuori o dentro e basta, se siete lontani da tutto e da tutti. Quanti superstiti delle vostre vite precedenti vi state portando dietro solo per pigrizia, o chissà quale disperata devozione?
Lux con la sua trama d'atmosfera ci porta altrove col pensiero, nella natura e verso nuovi inizi, perché la luce risplende sempre dopo la pioggia. 

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