Tatiana e Alexander

Consigliato a chi non si arrende durante le sfide e a chi si lascia interamente avvolgere (e ne è felice) da un libro ben scritto.

TATIANA E ALEXANDER di Paullina Simons; Edito: Sonzogno Editore; Pagine: 679


Trama: La diciottenne Tatiana Metanova dà alla luce suo figlio Anthony Alexander Barrington sulla nave che la sta portando verso la salvezza, l’America, la terra delle opportunità. Si è lasciata alle spalle Leningrado assediata dai nazisti, e un’Unione Sovietica devastata dal conflitto, dalla fame, dal gelo, dalle lotte intestine. E purtroppo anche l’adorato Alexander, suo marito, il giovane ufficiale dell’Armata Rossa di cui si è perdutamente innamorata a prima vista proprio il giorno in cui la Germania ha dichiarato guerra al suo Paese. Alexander che si è sacrificato per consentire a lei e al bambino che porta in grembo di avere un futuro.
Tatiana, pur disperata, non può arrendersi, deve resistere per suo figlio. E a New York trova lavoro, amici e la vita che aveva sognato. Ma il suo dolore è inconsolabile, i fantasmi del passato non le danno tregua, la voce di Alexander continua a risuonare nelle lunghe notti insonni. Non può, non deve essere morto. Non può averla abbandonata, glielo aveva promesso...
Infatti Alexander è vivo, anche se ci sono giorni in cui preferirebbe non esserlo. Perché è prigioniero della famigerata polizia segreta di Stalin, in attesa di essere giustiziato come traditore e spia. Per lui, l’esito della guerra non ha importanza: è un americano che ha indossato la divisa dell’Armata Rossa, e chiunque vinca è spacciato. Sarebbe così facile arrendersi, al dolore, alle torture; ma non può, qualcosa in cuor suo gli dice che da qualche parte in America Tatiana e quel bimbo che lui non ha mai visto lo stanno aspettando. Perché il loro amore che ha sconfitto l’inverno e la fame, che ha gridato più forte delle bombe, che come un fiore è sbocciato nella neve e nel gelo, non può finire così...
In un mondo ormai travolto dalla Seconda Guerra Mondiale che dà gli ultimi, mortali colpi di coda, Tatiana e Alexander continuano a vivere, l’una all’insaputa dell’altro, alle due estremità dell’oceano, aggrappati ai ricordi dei pochi attimi felici che sono stati loro concessi, sostenuti da un’incrollabile fiducia nella forza del loro sentimento, certi di ritrovarsi prima o poi...
 Mosse appena la testa, aprì la bocca, sorrise e disse: “Torniamo a casa”.
Non voler continuare a vivere, depressione, fine della speranza, angoscia, inquietudine, incubi, pesantezza del cuore; brividi sulla pelle, impossibilità a credere ancora una volta, emozione, amore. C’è ancora speranza.

Ho provato tutto questo, nonostante sembrasse che inizialmente la storia facesse fatica a decollare. Con un’alternanza tra passato e presente diviso fra Alexander e Tatiana, la lettura precedeva lentamente. Sarà forse che la Simons voleva sorprenderci? L’ultima parte del libro, anch’esso suddiviso in quattro fasi come il primo (Il cavaliere d’inverno), infatti, è stato un tour de force che mi ha incollato letteralmente alle proprie pagine. Non riuscivo a fermarmi, non potevo, dovevo sapere che tutto ciò che Tatia e Shura avevano fatto era per una felicità vera, esistente, palpabile.

Il loro amore è potente, tanto da sopravvivere alla Seconda Guerra Mondiale, a distanza di continenti, a distanza di anni. Ed è tutto racchiuso nella frase: “Ricorda Orbeli”.

Ormai sapeva, ne era certa, quello che aveva a lungo temuto, a lungo sospettato. Alexander le aveva donato la vita e aveva detto: ecco, prendila. [...] Devi vivere la tua vita... per me, per te. Devi viverla come l’avremmo vissuta insieme. Tutto in una parola: Orbeli.

Ho letto spesso, sulle pagine instagram, questa saga riassunta nel termine SPERANZA ed è proprio così. Speranza. Speranza per una vita migliore, per essere amati e poter amare, speranza di felicità, spesso sottovaluta e non riconosciuta quando si nasconde nei minimi gesti e negli oggetti quotidiani.
Si percepisce nitidamente.

La saga del cavaliere d’inverno mi sta colpendo sempre più. Ho finito di leggere questo secondo romanzo stamattina, in tram, e per tutto il giorno non facevo che tornare con la mente da Tatiana nell’ambulanza della Croce Rossa, da Alexander nel Campo Speciale numero 7, da Tatiana e Alexander in Arizona. E per quanto io abbia avuto una giornata impegnata, l’influenza di questo libro è riuscita a sovrastare tutto.
La potenza della scrittura.

Oramai si sa, sono già puntata sul terzo libro, Il giardino d’estate.

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