La trilogia dei colori

LA TRILOGIA DEI COLORI di Maxence Fermine
Edito: Bompiani - Pagine: 327

Consigliato a chi cerca la poesia ovunque, anche in un racconto; a chi ha paura di inseguire i propri sogni o si è stancato perché ha incontrato solo ostacoli; a chi non crede di meritarsi l'amore.

La trilogia dei colori, è una raccolta di tre racconti di Maxence Fermine che, come si capirà, si ispira ai colori. Precisamente stiamo parlando del bianco, del nero e dell'oro, rispettivamente Neve, Il violino nero e L'apicoltore.

Tre racconti che hanno il sapore di una poesia, anche se scritti in prosa... capitoli brevi, a volte anche di mezza facciata; frasi delicate, sospiri... occhi sognanti.

Neve
Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio. Ha un nome. Un nome di un candore smagliante. Neve.
Il bianco della neve mi ha sempre trasmesso una sensazione di calma, armonia e pace, e in questo primo racconto queste mie impressioni vengono descritte in modo divino.
Attraverso gli haiku, piccoli componimenti di solo 3 versi e 17 sillabe, non una di più, Yuko Akita ci mostra la neve coi suoi occhi. Per i non credenti essa è pericolosa perché fa scivolare, fastidiosa, infida e superba; ma per noi altri che crediamo in qualcosa di più essa è poesia, pittura, scrittura, danza e musica. La neve è arte, di quelle delle più splendenti.
Il bianco di cui si parla non è quello piatto che rende pallidi; no, no. Il bianco di cui si parla è quello che racchiude in sé tutti gli altri colori, è luce e arcobaleno. E Yuko lo dovrà imparare per bene se vorrà diventare un vero poeta.
Neve è anche una storia di funambolismo: linea retta lanciata nel vuoto, vertigini, pericolo ma intensa voglia di vivere.

Il violino nero
Johannes Karelsky viveva a Parigi ed era un famoso violinista, bambino prodigio della musica. La sua aspirazione più grande era «mutare in musica la propria vita», ma le guerre napoleoniche si misero di mezzo e lo trascinarono in Italia alla soglia dei 31 anni. Ferito, quasi morto, passò mesi in convalescenza per poi esser scelto per un presidio d'occupazione nella Repubblica Serenissima appena conquistata. Venezia.
Su quella zattera di silenzio che è Venezia, e che giorno dopo giorno sprofonda sempre più nel mare, si contavano numerose anime musicali.
Quella di Johannes, ma anche quella di Erasmus. Professione: liutaio. Formazione: bottega del maestro Stradivari di Cremona. Passioni: 3. Un violino nero, una scacchiera magica e una grappa distillata con pazienza. Stato civile: innamorato... e distrutto.
Il violino nero è una storia di maledizione: un sogno mai infranto nella realtà e rimasto immaginazione, una scacchiera vincente fino allo scacco matto, un amore mai realizzato, un violino che, per cantare, ruba la voce a qualcun altro.
Solitudine, nebbia, dondolio nelle acque lagunari che si miscelano nell'arcobaleno del carnevale e si nascondono sotto le maschere che infestano Venezia.

L'apicoltore
Questa storia ha il colore del miele, del sole, dell'Africa. 
È un viaggio alla scoperta di sé e all'inseguimento dei propri sogni: non importa dove e non importa quanto tempo ci si impiega... di certo non è mai tempo sprecato.
Quell'uomo aveva una strana concezione della vita: era convinto che perdersi fosse l'unico modo per poter, un giorno, trovare se stesso.
È prendersi cura di esseri infinitamente più piccoli di noi ma dalla presenza fondamentale, creatrici - le api - di dolcezza.
Anche Aurélien è un'ape: muore d'amore per un fiore, ma poi torna sempre al proprio alveare.

Ecco, l'amore.
L'amore accomuna tutti e tre i racconti. Tre diversi tipi di amore presentati al lettore tramite una scrittura evocativa e un'atmosfera onirica; sentimenti che prendono posto in prima fila senza essere al centro dell'attenzione. Amore verso una donna, ma anche amore verso le proprie passioni - la neve, la musica, le api. C'è un'esaltazione dell'amore che insegna come esso possa portare le persone alla felicità... così come alla follia.
Un altro elemento in comune è la voglia di realizzarsi senza badare a nessun altro e mettendocela tutta per non farsi ostacolare. Dopotutto, i sogni non vanno lasciati in sospeso come su una nuvola... Vedi, Johaness... i sogni bisogna infrangerli per renderli realtà.

La trilogia dei colori mi ha completamente ammaliata.

•••

Questa lettura è stata ancor più piacevole perché fatta in compagnia di due bellissime ragazze, Sofia e Rosalinda, di cui vi allego i link ai loro post in merito!






Commenti

Post popolari in questo blog

#gdlgrandtour Maggio 2021 - Il conte di Montecristo

Il priorato dell'albero delle arance