Virginia Woolf

VIRGINIA WOOLF - Edito: Rba - Pagine: 185

Quella di Virginia Woolf è stata senz'altro una vita costellata di dolore, in un ciclo che trova fine per mano della stessa Virginia con la decisione di suicidarsi. In tutto questo, la scrittura per lei è stata sogno e incubo insieme perché anche il pensare e il ripensare alle sue opere la portavano a uno stato di totale malessere che io potrei definire claustrofobico, entrando e uscendo senza sosta da cliniche e luoghi di recupero. Lei, cittadina londinese ad hoc, riusciva a ritrovar pace solo in campagna, che è riuscita a rubare un posticino nel suo cuore grazie ai soggiorni infantili a St Ives, sulle coste della Cornovaglia.

GITA AL FARO - Edito: Centauria
Pagine: 226

Ci racconta delle gioiose giornate marittime, in Gita al Faro (1927), che diventa una celebrazione alla sua famiglia, un'elegia nei confronti della madre, Julia Stephen, che ritroviamo nei panni della Signora Ramsey. Con uno stile fluido dato dalla forte presenza della dimensione semantica dell'acqua, noi ritorniamo indietro nel passato della famiglia Woolf, oscillando come sospinti da un flusso. E nel farlo, Virginia non veste i panni di una bambina, com'era lei al tempo, ma inventa una figura nella quale può identificarsi all'età di 45 anni: la pittrice Lily Briscoe, donna di un'altra generazione, non interessata al matrimonio convenzionale e impegnata a dar forma alla propria visione del mondo.

ORLANDO - Edito: Feltrinelli
Pagine: 264
È così Virginia, una donna a cui non interessa la vita mondana, che preferisce leggere e scrivere tutto il giorno, che non crede nell'amore fisico ma solo intellettuale, che non crede nelle convenzioni e nelle regole della società. E a spostare i confini di ciò che credeva consolidato ci pensa Orlando (1928), romanzo che prende nome da un personaggio particolare, interessante. La sua storia, quella di Orlando, inizia nel 1500 nelle vesti di un giovane dedito ai piaceri della vita, una vita che dura ancora ai tempi di Virginia, nel ventesimo secolo, quando egli diventa una lei, un'Orlando che capisce in quale misera condizione di vita è costretta a vivere la donna, soggetta alle prepotenze e all'ego degli uomini. Il romanzo venne concepito come un attestato appassionato per Vita Sackville-West, che col suo amore, l'aveva aiutata a superare ogni confine, a pensare all'oltre sia per quanto riguarda la vita di tutti i giorni, sia per quanto riguarda la letteratura.

UNA STANZA TUTTA PER SE'
Edito: Mondadori - Pagine: 137
Capostipite femminista, però, è certamente Una stanza tutta per sé (1928) saggio narrativo che corrisponde a una presa di posizione dell'autrice: Virginia propone una riflessione sulla condizione ambigua in cui si è ritrovata la donna: musa ispiratrice nella letteratura, ma subordinata nella vita reale. Ed è normale?

Una donna che definirei "con le palle", se me lo permettete, che non si è lasciata fermare da niente e nessuno, che ha aperto una casa editrice (la Hogarth Press) per pubblicare tutte quelle opere che come le sue non erano accettate dai canoni, che ha trasmesso messaggi impliciti (Orlando - pubblicato fra l'altro durante il fascismo, in Italia, perché considerato opera fantasiosa) ed espliciti (Una stanza tutta per sé) per necessità di cambiare tutte quelle cose che sentiva strette, ingiuste, non equilibrate. Una maestra, un modello.

Stile
Lo stile varia da opera a opera. Infatti con Gita al faro ho fatto fatica ad arrivare alla parola fine perché non avevo compreso, prima di doverlo studiare, tutti i rimandi personali e i giochi di costruzione, lo sfondo marino e il messaggio. Invece Orlando mi ha entusiasmata totalmente, con questo suo procedere al di là di ogni confine con una nonchalance tale da rendere naturali la vita lunga secoli del personaggio e il suo cambio d'identità. Stesso pensiero per Una stanza tutta per sé che, essendo saggio romanzato, mi ha accompagnata lietamente alla scoperta dei pensieri di un'autrice innovativa.

Non posso che dirti GRAZIE.

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