Il testamento

Consigliato a coloro che vogliono farsi due risate nonostante il genere (legal thriller) e agli avventurosi.

Incipit: Siamo all’ultimo giorno. Anzi, direi all’ultima ora. Sono un vecchio, solo e non amato, malato, sofferente e stanco di vivere. Sono pronto per l’altro mondo: non può che essere migliore di questo.

IL TESTAMENTO di John Grisham - Editore: Mondadori - Pagine 404

Il testamento” narra la storia della morte di Troy Phelan, miliardario americano che decide di lasciare la sua eredità a un’erede illegittima di cui nessuno aveva sentito parlare prima d’allora, men che meno i suoi sei figli e tre ex mogli. L’ironia della situazione risiede nel fatto che, su volontà del defunto, il testamento non potrà essere letto prima di un mese. I figli, infatti, convinti di avere in mano una ricchezza esorbitante, iniziano fin dal giorno stesso della morte del padre, a contrarre debiti enormi tra gioco d’azzardo, residenze principesche e automobili di lusso. Quando il testamento viene letto, lo shock prende possesso di figli e legali associati i quali iniziano a pensare a dei modi per ribaltare la situazione in loro favore. Contemporaneamente inizia la “caccia” all’erede designata, Rachel Lane. Chi prima di tutti muove un passo in questa direzione è Josh Stafford, legale di Troy, che invia un socio del suo studio alla ricerca della donna. Così, Nate O’Riley si ritrova catapultato dalla clinica di riabilitazione, nella quale vi era entrato per abuso d’alcool, alle distese sconfinate del Pantanal. Rachel, infatti, si trova nel cuore delle immense distese alluvionali fra Brasile e Bolivia. 
Dopo molte e varie peripezie, l’avvocato riesce a trovarla ma niente va come dovrebbe andare: la donna, missionaria presso gli Ipica, popolazione indigena, rifiuta il testamento perché non è interessata all’eredità. I figli vedono riaccendersi un barlume di speranza. 
La fine, imprevedibile, farà felice qualcuno mentre qualcun’altro piangerà lacrime amare.

La storia si svolge negli ultimi mesi del 1996 e i primi mesi del 1997 ed è ambientata tra la Virginia, dove risiede la società di Mr Phelan e il Pantanal, nell’America Latina. Il tempo del racconto è scandito da capitoli brevi, della giusta misura.

Le tematiche affrontate spaziano dalle cause legali e il mondo che gira intorno agli avvocati, un mondo di venalità di cui fan parte Mr Phelan e i suoi figli legittimi, fino a trovare un’opposizione nel mondo di Rachel, al di fuori della civiltà, in un tempo che sembra immobile da secoli. Con lei si affrontano i temi della religione, della moralità, del peccato e della redenzione, tematiche portate avanti dal reverendo Phil, personaggio di rilievo nell’ultima parte del libro.

“Il testamento” scorre veloce e a me personalmente ha fatto anche molto ridere, per quanto riguarda le spese folli dei figli e il modo in cui anche nell’aldilà, Mr Phelan è riuscito a prendersi gioco di loro. 
Ah che villa si sarebbe costruito! E aveva già in mente l’architetto: una giapponese di Manhattan di cui aveva letto su una rivista. Di lì a un anno, con tutta probabilità, si sarebbe trasferito a Malibù, Aspen o Palm Beach, dove avrebbe fatto sfoggio dei suoi quattrini e sarebbe stato preso sul serio. ‘Che cosa si fa con mezzo miliardo di dollari?’ si domandò, mentre accelerava sulla strada interstatale. ‘Cinquecento milioni di dollari esentasse?’ Cominciò a ridere.

Il finale, invece, mi ha lasciato un po’ interdetta perché vi è una situazione di suspense relativa a Nate e Rachel che non rimanda a niente ma anzi, viene tagliata di netto.

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